Genoa poco “amico”, altro ko al Marulla per un Cosenza senza più idee (1-2)

COSENZA (3-4-1-2): Matosevic; Venturi, Rigione, Meroni (Merola); Rispoli (Brignola), Brescianini, Calò (Voca), Panico (Gozzi); D’Urso; Nasti (Larrivey), Butic. A disp.: Marson, Vaisanen, Camigliano, Kornvig, Sidibe, Vallocchia, Zilli, Arioli. All.: Dionigi

GENOA (4-2-3-1): Martinez; Sabelli, Bani, Dragusin, Pajac; Frendrup, Strootman; Jagiello (Ilsanker, Vogliacco), Aramu (Yalcin), Gudmundsson (Tourè); Coda (Yeboah). A disp.: Semper, Agostino, Czyborra,Hefti, Badeji. All: Blessin

ARBITRO: Baroni di Firenze

ASSISTENTI: Rossi e Fontani IV UOMO: Vergaro VAR:Forneau AVAR:Mokhtar

MARCATORI: 30′ Coda (R), 37′ Strootman, 49′ Butic (R)

AMMONITI: Bani, Rispoli, Meroni,

ESPULSI: 34′ Bani

NOTE:Giornata tardo estiva. Spettatori circa 6000, con numerosissima rappresentanza genoana (707 supporters)Prima della gara ricordo di Gigi Marulla, che ha militato in entrambe le squadre. I capitani delle due squadre hanno donato alla famiglia Marulla una maglia commemorativa del bomber. Recupero: 2′ e 5′.

COSENZA – Un Cosenza impreciso, confusionario e sterile cede le armi al Genoa (1-2) nel sabato pomeriggio del Marulla.

Due tiri da un lato (Butic in apertura, poi Nasti) e una superiorità numerica da un lato, tanta qualità sapienza e un uno – due a metà gara dall’altro. Migliore in campo: il gemellaggio tra due tifoserie che si rispettano. Ecco il film di una gara tanto serena sugli spalti quanto nervosa in campo. Così come a Terni (ma contro una squadr più qualitativa e solida) il Cosenza non è riuscito a capitalizzare la superiorità numeruica che, anzi, gli si è ritorta contro, e anche i cambi offensivi di Dionigi non hanno dato freschezza e idee a una squadra via via sempre più stanca e appannata.

Dionigi, 3-4-1-2, concretizza il cambiamento anticipato nella conferenza del venerdì mattina: c’è Calò in regia ma c’è anche Brescianini in un centrocampo che si alimenta lateralmente delle sgroppate di Panico e Rispoli. D’Urso dietro al tandem Nasti – Butic. Fuori Larrivey e Brignola. Rigione, Meroni e Venturi compongono l’asse dei 3 centrali, in una difesa almeno nelle intenzioni non bloccata ma più mobile.

Genoa, 4-2-3-1, con Sabelli confermato terzino destro e quattro giocatori offensivi ma con la novità Jagiello (bestia nera dei rossoblù assieme a bomber Coda), assieme a Gudmunson e Aramu dietro la punta vertice.

Ingresso in campo pieno di colore e calore con lo scambio di affetto tra due tifoserie unite dai colori, da un affetto reciproco e dagli uomini, uno su tutti quel Marulla ricordato prima della gara.

Primo squillo rossoblù al 3′ con una conclusione dal limite di Butic stornata in corner da Martinez. Risponda il sinistro di Coda al 9′ su cui si accartoccia Mato.

Genoa molto vispo con un fitto dedalo di scambi a limite d’aria e via preferenziale per lo scarico su Sabelli, molto attivo a destra.

Il Cosenza col passare dei minuti si accartoccia, palloni buoni in uscita ne arrivano ben pochi,Butic sembra più dinamico ma fatica nel dialogo stretto e in generale a dare profondità e anche il lavoro di cucitura e supporto dei vari Nasti, Brescianini e Calò è inibito dalla foga genoana. Però il Grifone si fa vedere ulla linea di porta rossoblù solo con qualche cross che dà lavoro a Matosevic.

Ed è così che per sbloccare lo 0-0 serve, al 29′ il tocco di braccio galeotto in area di Rigione che Braoni non può che sanzionare col penalty. Ci pensa il solito giustiziere Coda, freddissimo, a garantire ai liguri l’1-0. Ennesimo gol del Genoa nella prima mezz’ora e ancora un gol subito dai lupi nel primo tempo. E non è finita perchè il Genoa potrebbe raddoppiare pochi secondi dopo con l’altra bestia nera Jagiello, ma Matosevic alza in angolo. E così dal possibile 2-0 ecco passare a un’altra gara, col Gernoa che improvvisamente al 34′ si trova in 10 per il doppio giallo a Bani (ingenuo) Blessin allora si copre togliendo Jagiello e inserendo Ilsanker. Ma il Genoa è squadra di categoria e trova anche il raddoppio con Strootman che raccoglie una respinta della difesa roossoblù e dal limite castiga il Marulla: 0-2 e incredulità generale.

Cosenza in totale confisione al 42′ poco ci manca che da una palla persa ingenuamente da Calò il Genoa non si involi verso il 3-0, è solo angolo per gli ospiti.

Ultimo sussulto di un primo tempo da dimenticare un corner di Calò, contrato in due tempi da Martinez. Prima del fischio finale, però, si accende una luce, Panico raccoglie una palla sporca lanciata da destra e subisce la gamba alta di un avversario, l’arbitro prima fischia punizione a favore del Genoa poi, richiamato dal Var, va a rivedere l’episodio, scatenando una mezza tra panchine. E’ rigore, l’episodio che può cambiare il match, e Butic fa il suo dovere dagli undici metri e suona la carica in vista del secondo tempo. E’ il lampo che il popolo rossoblù si aspettava.

Continua intanto il parapiglia con Sabelli particolarmente scatenato, ma subito placato (e placcato!) dalla sua panchina sulla via degli spogliatoi.

Si rientra in campo con Voca al posto di un Calò ancora lontano dall’optimum. Il cambio di passo si vede in termini di aggressività perchè il kosovaro ne ha da vendere, ma contro un Genoa abbottonato sotto palla trovare varchi è complicato.

Allora Dionigi si gioca le carte Gozzi e Brignola per dare più giri alla manovra offensiva. Vanno fuori Rispoli e Panico che in fase propositiva, per mille motivi legati alla gara, non hanno inciso.

Continua a non vedersi la superiorità numerica ma si vede finalmente qualche cambio di gioco e arriva pure la conclusione di Nasti al 65′ su sponda volante di Butic. Nle momento di maggiore sforzo rossoblù si fa male Meroni entra Merola. Out pure un Nasti un pò così, e dentro Larrivey. Cosenza al massimo della sua potenza di fuoco ma ancora troppo nervoso e impreciso.E così il tempos corre e il Genoa aspetta comodo nei suoi appartamenti difensivi e di tanto in tanto porta palla e insidie sul lato di Brignola, che più di così non può fare. Yeboah in spaccata prova a far calare il buio sul match al 36′ ma Matosevic tiene a galla la partita in due tempi.

Il Cosenza esce pian piano dal match senza lasciare tracce e così il Genoa fa la storia conquistando il suo primo successo in terra bruzia. I lupi tornano negli spogliatoi a testa bassa e con l’urgenza di dover svoltare per non perdere la bussola in un torneo che sta entrando sempre più nel vivo e che si aspetta un Cosenza vivo. E non questa copia sbiadita.

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