Joaquin Larrivey ha fatto, in meno di un anno, più di quanto qualsiasi ente di promozione turistica nostrano potesse fare per la città/provincia di Cosenza. L’ha tenuta in B a suon di gol, due dei quali nello spareggio contro il Vicenza, e ne ha raccontato più volte la bellezza, dai propri canali social e anche con le Tv sudamericane.
Una operazione, il suo arrivo, che destò, diciamolo, stupore e anche ilarità, nello e che si è invece rivelata più che azzeccata, con un ritorno i termini di marketing e attaccamento alla maglia non indifferente. Il Cosenza si è garantito la permanenza in cadetteria e Larrivey il prolungamento di contratto, a 38 ani suonati. Ma adesso, a suonare come un presagio non certo incoraggiante, sono le parole del suo procuratore, proprio nelle ore in cui a Joaquin la Lega di Serie B ha addirittura dedicato la propria homepage, celebrandone longevità e carisma. Casualità o un nemmeno tanto involontario assist per una permanenza in rossoblù sino alle soglie dei 40?
In attesa che arrivino novità concrete nelle prossime settimane (ma in casa rossoblù i prolungamenti di contratto seguono tempistiche abbastanza macchinose, se si eccettua qualche fulmineo rinnovo a sorpresa), le dichiarazioni dell’agente del bomber argentino rischiano di minare la serenità che Wiliam Viali sta cercando di instillare nel gruppo.
D’accordo, El Bati ha segnato quest’anno solo 2 gol in 13 gare e si avvia verso le 39 primavere (agosto), ma lo fa con la grinta di un ventenne e una disciplina, di vita e calcistica, molto rara da trovare in calciatori che hanno calcato palcoscenici importanti e magari avrebbero tutte le ragioni per sentirsi sazi, appagati.
C’è poi una statistica che fa di Larrivey un bomber da torneo di clausura, per dirlo all’argentina. Infatti, nei campionati giocati in Italia, ma con un riscontro simile anche all’estero, El Bati ha segnato in prevalenza dopo la 15esima giornata. Prendiamo un esempio: nella stagione 2007/08, con la maglia del Cagliari. l’unico gol arrivò alla 38esima contro la Reggina. Nel 2009/10, sempre in maglia isolana, le segnature arrivarono alla 16esima e alla 20esima, e nel 2011/12, alla terza parentesi coi sardi, delle 7 marcature, 5 arrivarono tra la 17esima, la 25esima e la 27esima, giornata della bella ma inutile tripletta segnata al Napoli di cui narrano spesso le cronache quando si parla di lui. La regola del bomber in crescendo è valida anche se applicata alla sua esperienza nella Liga. Ad esempio nel 2013/2014 delle 12 marcature messe a segno, 10 arrivarono dal 21esimo turno in poi.
“Io sono arrivato qui per rimanere a lungo”, ha affermato El Bati all’arrivo a Cosenza. Nessuna diplomazia, nessuna pre tattica, parole cristalline. E ancora: “Il preparatore mi ha chiesto se ero pronto e gli ho risposto che era tre mesi che ero pronto”. Non solo un proclama ma una missione, quella di sfidare l’età, che l’argentino ha difeso e portato avanti, strutturando la propria preparazione fisica ben prima dei compagni, quando in genere si pensa a sole e mare. Sole e mare, che Larrivey, si è goduto per larghi tratti, nella nostra, e ora anche sua e della sua famiglia, Calabria.
Ecco allora che Joaquin e il suo procuratore aspettano uno squillo, una verità.
El Bati d’altronde sembra avere ancora fame, ma come questa fame possa conciliarsi con i programmi del Cosenza non è dato a oggi sapere.