Cosenza Calcio: il silenzio ascetico di Guarascio

Cosa ne sarà del Cosenza Calcio? Ad oggi nessuno ancora lo sa, solo supposizioni e rumors.

Da una parte i tifosi che da 40 giorni chiedono la vendita della società ad altri imprenditori attraverso una dura contestazione.

Dall’altra parte il presidente Eugenio Guarascio e la sua “solitudine”, una “solitudine” voluta che sembra più una mossa ascetica da vecchio guru indiano. Un proverbio dice “aspetterò sul ciglio del fiume che scorrono i cadaveri dei miei nemici” e questo sembra l’atteggiamento del patron, l’attesa e il silenzio propedeutici ad un nuovo o forse ancora più vecchio Cosenza.

Seppure il bilancio dell’era Guarascio ad oggi in termini di risultati sportivi, o per meglio dire quelli maturati sul campo di gioco, può anche essere accettabile per una piazza come Cosenza, tutto il resto è drammaticamente frustrante.

A 40 anni giorni dalla retrocessione l’unica comunicazione ufficiale è stato un laconico messaggio di scuse molto generico pubblicato sulla pagina ufficiale, il resto è stato solo silenzio.

Un silenzio assordante interrotto solo dal parterre che gravita attorno al Cosenza e alla città di Cosenza. Il sindaco Occhiuto che prende in mano la situazione da neveau Masaniello Calabrese e si espone: “parlerò io con Guarascio”.

La storia ci racconta di un incontro attorno ad una bella tavolata in cui l’ascetico Guarascio ascolta e si dice propenso alla vendita. Potrebbe essere andata più o meno così: “se arrivano offerte sono pronto” con il sindaco che brinda “cosentini calmatevi la società è in vendita, me la vedo io”.

Eppure trascorrono i giorni e gli imprenditori si fanno vivi, quanto costa il Cosenza? Davvero Guarascio vuole vendere? Quanto vale oggi il Cosenza?

Si rincorrono voci, il gruppo Igreco formula la proposta ecco sul piatto più di 2 milioni di euro, Di Donna che chiede di vedere le carte, e Guarascio?

Ancora in silenzio, sempre in silenzio, la felicità non è l’attesa di qualcosa, è questo il gioco al massacro messo su?

Ieri un audio è circolato in città, in tutte le chat di tifosi e cosentini, “ragazzi Braglia ha smascherato Guarascio sentite l’audio”. Ennesima provocazione a una reazione di Guarascio, che ovviamente non è arrivata e che probabilmente mai arriverà.

E’ vero che i saggi aspettano in religioso silenzio sul ciglio del fiume i cadaveri dei nemici, ma qui nemici da attendere non ce ne sono e la passione, il tifo, l’amore verso la squadra della propria città è un sentimento sano, è amicizia, è guardare tutti verso lo stesso obiettivo.

Guardare tutti nella medesima direzione, ognuno dalla propria posizione, nel bene e nel male siamo tutti “amici”. L’abito del “nemico” lo ha voluto indossare il presidente. Perchè? Qual’è l’obiettivo? Fare la “guerra” non è un hobby, una Cosenza come polveriera non giova a nessuno e sarebbe bastato “metterci la faccia”, entrare nelle dinamiche di comunicazione eppure le nostre università sfornano laureati e talenti in Scienze delle Comunicazioni ne sarebbe bastato uno, anche un neolaureato per riuscire a fare meglio.

Gli uomini che “comandano” devono sentire il peso della “responsabilità” anche attraverso la creazione di un team che sia “libero” e che si senta finalmente libero di esprimere le proprie professionalità ed è questa l’unica chiave per essere davvero un PRESIDENTE o forse si ritiene ancora oggi come dicevano nel film di Alberto Sordi presidente del Borgorosso Football Club:”Benito ricordi che la folla è femmina… ama essere fottuta!” (cit. film del 1970 “Il presidente del Borgorosso Football Club”)

Leave a comment