REGGINA (4-3-3):Colombi; Pierozzi, Cionek, Gagliolo, Di Chiara (Giraudo); Fabbian, Majer, Hernani (Liotti); Ricci (Canotto) Ménez (Gori), Rivas (Cicerelli).In panchina:Ravaglia, Bouah, Camporese, Loiacono, Crisetig, Lombardi, Santander. Allenatore: Inzaghi.
COSENZA: (4-3-2-1):Matosevic; Rispoli, Rigione, Venturi, Panico (Gozzi); Voca (Butic), Brescianini Vallocchia (Kornvig); Brignola (Martino), D’Urso (Calò); Larrivey. In panchina: Marson, Meroni, Merola, Camigliano, Sidibe, Zilli, Arioli.Allenatore: Dionigi.
ARBITRO: Paolo Valeri di Roma 2. Assistenti:Davide Imperiale di Genova e Mattia Politi di Lecce. IV ufficiale:Giuseppe Collu di Cagliari.
VAR:Paterna di Teramo. A-VAR: Margani di Latina.
MARCATORI: 9′ Rivas, 52′ Menez, Pierozzi 62′
AMMONITI: D’Urso, Rispoli
ESPULSI: Martino
NOTE: Pomeriggio caldo, spettatori 15 mila circa con oltre 400 supporters rossoblù. In tribuna presente il presidente della Lega Serie B, Mauro Balata. Recupero: 1′ e 3′
Va ancora storto ai rossoblù il derby del Granillo. L’edizione numero 49 la vince, e con merito, una Reggina tutta corsa e qualità (3-0).
Va ko un Cosenza prigioniero dei propri limiti, della tradizione che lo voleva mai vincente in B in riva allo Stretto e soprattutto della convinzione che le gare possano iniziare dall’1-0 in favore degli avversari. Se con Modena, Ternana, SudTirol, Como, il carattere e la qualità avevano consentito ai rossoblù di raddrizzare la gara e andare a punti, a Reggio Calabria i conti non sono tornati. E così, dopo il primo gol incassato dopo 9 minuti, è stato il primo quarto d’ora del secondo tempo a decretare il game over per una squadra che ha solo badato a contenere le offensive amaranto, senza riuscire a incidere nei momenti in cui poteva e doveva farlo. Per Diongi un ritorno amaro alle origini, e tanto da lavorare, al di là del modulo, sugli approcci alle gare e sugli uomini. Per gli splendidi 500 che erano giunti sullo Stretto un sabato al veleno da archiviare immediatamente, pensando con serenità a una classifica che non desta (per ora) preoccupazione.
Granillo amaranto vestito a festa all’uscita dagli spogliatoi, ma i quasi 500 venuti da Cosenza tengono botta. Nella distinta ufficiale c’è Vallocchia e non Merola nei rossoblù e Hernani e non Crisetig nei locali, per il resto confermi i consueti moduli su entrambe le sponde. La Reggina parte tambureggiando ma il primo brivido è del Cosenza, al 5′, con la giocata di Larrivey ben servito in area da D’Urso, è solo corner. Ma i lupi sembrano crederci e poco dopo Rigione da due passi non riesce a spedirla dentro, sempre da corner. E ancora da corner lupi vicini al vantaggio ma Colombi smanaccia. E’il Cosenza che non ti aspetti, forte del fattore corner ma l’illusione dura poco perchè sul primo rovesciamento di fronte concrerto Rivas scende da sinistra, si accentra, finta un paio di volte e fa secco Rispoli e poi Matosevic, ancora sul suo palo. Inizia come peggio non potrebbe per Dionigi. Anche dopo il vantaggio i pericoli continuano ad arrviare da sinistra, dove si rinnova il duello Rivas – Rispoli, concluso al minuto 11 con una nuova conclusione, stavolta in bocca a Matosevic. Rivas è immarcabile,e anche i tacchi e le aperture di gioco di Menez danno fastidio a una retroguardia rossoblù che prova a evitare la minima sbavatura. Larrivey, dal canto suo, non riesce a far salire la squadra sui rinvii affannati della retroguardia.
Accenna il suo pressing alto il Cosenza, e le rare ricostruzioni di gioco partono dai piedi di D’Urso, ma Larrivey e gli inserimenti di Brignola trovano la porta sbarrata. Dall’altra parte, gli amaranto possono contare sull’Intercity Di Chiara, che al 32′ prova a castigare Matosevic con un tracciante rasoterra, ma lo sloveno si fa trovare pronto e smorza in angolo. Al Cosenza riesce, sì, l’inserimento al 35′ quando in verticale Brescianini serve Vallocchia che appena entrato in area prova a girare ma Gagliolo mette provvidenzialmente in angolo.
Tanta Reggina, vero, ma non troppa. E gli errori in appoggio non mancano.
Al 40′ Ricci ruba palla a Panico in errato disimpegno, assist rasoterra a limite d’aria all’accorrente Fabbian, palla alta. Lo imita Mayer al 42′, ma il suo rasoterra è neutralizzato da Matosevic. La prima frazione si chiude con gli amaranto avanti. Ripresa senza idee nuove per entrambi i tecnici. L’approccio sorride ancora agli amaranto con il tiro cross di Menez che in piena area, servito da Rivas, impegna in volo Matosevic. Reggina che rifiniscono meglio e si conferma piu tonica e reattiva dei rossoblù, spaesati in un paio di contropiedi al momento di mettere la palla giusta. E la Regguina punisce, puntuale, al 51′. Menez prende palla avanza, si accentra, accomoda il sinistro e buca Matosevic. Brutta botta per i rossoblù che speravano di confermare la tradizione che li voleva mai trafitti nei secondi tempi in questo campionato.
Dionigi cambia, fuori Brignola, Panico e Vallocchia, rispettivamente dentrto Martino, Gozzi, Kornvig. Mentre il Cosenza prova a ritrovarsi, il Granillo si dà agli olè, ma i supporters rossoblù fanno sentire anema e core, imperterriti.
I rossoblù con l’orgoglio, la Reggina, in contropiede, con Menez.Lo schema sembra assodato ma a dare il de profundis alla gara è Pierozzi, che raccoglie un delizioso assist d’esterno di Di Chiara e traffige per la terza volta Matosevic (con Kornvig da rivedere in marcatura). Nell’ultima mesta mezz’ora c’è spazio per l’ingresso e il quasi goal del rossanese Canotto, per l’ arrivo in campo dell’amato ex Gori, per un palo di Butic di testa, e per qualche lampo offensivo dei rossoblù, totalmente rivoluzionati, nella forma, dai cinque ingressi, Calò compreso. Ma è tardi, troppo tardi. Arriva anche il rosso a Martino per una sciocchezza su Cicerelli. E il triplice fischio finale sa ancora di più di liberazione. Che il pomeriggio in riva allo Stretto sia solo una brutta parentesi del sin qui molto incoraggiante campionato dei rossoblù. Ma ci sarà da pedalare.