Alla presentazione della squadra era lì malinconico in disparte, capitan Corsi si sente terribilmente lontano dal suo Cosenza. Non è passato inosservato il suo sguardo stridente rispetto agli altri, l’unico che durante la presentazione sul palco era con lo sguardo basso ad osservare il “suo” Cosenza, quello del futuro, quello (forse) senza di lui
Quella tra Corsi e il Cosenza é stata una storia d’amore durata 8 anni, interrotta nello scorso mercato invernale dal passaggio del terzino originario di Ferentino(Lazio) alla Vibonese in Serie C.
L’ex Aprilia è ritornato dal prestito a Giugno per rinnovare con i Lupi il contratto fino al 2024, con le parole dell’allora ds Roberto Goretti di stima e di lodi : «Lo ritengo un valore, mi ha dimostrato che tiene al Cosenza e mi piacerebbe quando smetterà che rimanesse con noi nel ruolo che individuerà».
Nella presentazione della squadra lo scorso 10 agosto, gli occhi di Angelo Corsi sembravano rivivere gli 8 anni passati a battersi per la maglia rossoblú, con la triste consapevolezza di non poterla mai piú realmente rappresentare.
Sembra che questa importantissima parentesi della carriera e della vita del giocatore, iniziata nel 2014, probabilmente terminerá ai 33 anni, con forse la voglia di continuare altrove o veramente come disse il ds Goretti, continuare con un ruolo in società.
Fermo e immobile li ad osservare. Triste e sconsolato, il suo Cosenza.
Perché oramai lo sente davvero suo. Parte della sua pelle e del suo cuore, sentirsela quasi come strappare via dal tempo.
Fisso con lo sguardo a contemplare ció che si è fatto e probabilmente nella sua testa anche ciò che si sarebbe potuto ancora fare.
Ma nulla. Il tempo forse ha realmente deciso che o si vive in casa con malinconia, o si prova a salutarsi come amanti, con la voglia di aspettarsi prima o poi, per vivere avventure infinite insieme, anche se in un altro modo, forse piú maturo. Ma sempre e per sempre insieme.
Angelo, il capitano del Cosenza, essere chiamato ad indossare la fascia è un onore per ogni giocatore imparare a guidare i propri compagni fuori e dentro il campo da gioco. Otto anni in cui nelle situazioni di pressioni è sempre stato li ad assumersi le responsabilità, ad essere modello di coerenza per tutti . Nelle scuole calcio si insegna che i grandi capitani mettono il successo della squadra prima dei propri bisogni e che bisogna essere coraggiosi disposti a farsi avanti in ogni situazione
Ripercorrendo la storia di Angelo Corsi e il suo Cosenza, gli otto anni, le gioie i dolori, la promozione e le sofferenze e mi è venuto in mente il pezzo di Francesco De Gregori “I muscoli del capitano” che si conclude con un profetico:
“E il capitano dice al mozzo di bordo
“Signor mozzo, io non vedo niente” C’è solo un po’ di nebbia che annuncia il sole Andiamo avanti tranquillamente”.Andiamo avanti tranquillamente…ma insieme.