Nel gelo dell’Upower Stadium i rossoblù incassano 3 gol in 21′ e poi non riescono a rialzarsi. Ancora una volta delusi i tanti tifosi rossoblù in trasferta, che se la prendono con squadra e presidente. Il gol di Cararro unica gioia di una serata da dimenticare. Ma l’Alessandria stecca a Pordenone e fallisce il sorpasso in classifica
Zaffaroni concede una sosta ai box a Caso, proponendo Millico dal primo minuto con Gori, così come era successo ad Alessandria. C’è Florenzi e non Anderson, titolare Vallocchia e non Boultam. Confermato il terzetto difensivo con Venturi ormai titolare. Dall’altra parte, Stroppa dà fiducia a Machin stoppando la titolarità di un Mattia Valoti (figlio dell’Aladino rossoblù) a corto di ossigeno, ma al quale Stroppa regalerà comunque l’ultima mezz’ora. Cosenza sa che può far male se strappa in velocità palla a terra e infatti dopo soli 2 minuti Millico sfrutta una poderosa azione di Gori per proiettarsi in area brianzola, si accentra ma cincischia sul più bello.All’8′ solita dormita difensiva rossoblù su corner e Donati da casa sua impatta di testa e solo Vigorito evita l’inopinato vantaggio locale, che arriva puntuale al minuto 11 quando D’Alessandro sgasa a sinistra (ahi Florenzi!) e accomoda in mezzo per Colpani che di testa (ancora!) approfitta dell’equilibrio instabile di Tiritiello e fa secco Vigorito.
Ma non è finita, al 12′ Millico scappa ancora dopo un regalo del centrocampo ospite, cade a terra lamentando fallo, ma nel prosieguo dell’azione Dani Mota fa malissimo: entra in area da destra, pensa di smistarla a sinistra, poi ci ripensa e decide di pennellare un sinistro delicatissimo che toglie le ragnatele dall’incrocio: 2-0. Punizione troppo severa per un Cosenza che ci stava provando e che come lo scorso anno “battezza” lo U Power come peggio non poteva. Arrivano le sberle ma i tifosi rossoblù, ancora una volta commoventi, alzano il volume del tifo: loro ci credono. Dietro l’altra porta i monzesi intonano “Zaffaroni olè”, memori dell’ottimo trascorso in terra brianzola dell’attuale tecnico rossoblù. A differenza di Parma e di sabato scorso il Cosenza non giochicchia, è vigile e propositivo, ma la fisicità dei locali tarpa le ali ai velocipedi rossoblù. E riparte. E quando lo fa, è mortifero. Al 21′ Dani Mota decide di inventare un altro gol dei suoi, entra in aria, taglia la linea arretrata come la lama nel burro e fa secco Vigorito.
E lì, siamo al 21′, riparte la contestazione degli ultras rossoblù, a squadra e presidente, perchè “il Cosenza siamo noi”, urlano. Ci vorrebbe un altro autogol à là Paletta per riaprire il match, ma stavolta il Monza presidia bene i varchi e non regala nulla. Il resto lo fa il Cosenza che contiene a fatica l’ “arroganza ” di D’Alessandro a sinistra e quando c’è da finalizzare l’ultimo passaggio si scioglie o scivola. E intanto il Monza si diverte, triplica le marcature, copre, corre e gestisce. Quando non riesce a schermare ci pensano i rossoblù a non far male come in occassione dell’assolo di Millico al 37, in bocca a Di Gregorio.
A inizio ripresa c’è Corsi per Scitum. L’obiettivo è non prendere imbarcate e preservare i giocatori di punta per la gara di sabato contro la Cremonese. Ma la puntatina qua e là non manca: al 51′ Vallocchia entra in area da sinistra e disegna un arco per Florenzi che di controbalzo non inquadra la porta. Caso e Anderson per Florenzi e Millico. I tifosi vogliono il gol, e vengono accontentati al 68?. Punizione da sinistra di Palmiero e in mischia spunta il piedone di Cararo che batte Di Gregorio e mitiga la serata. Secondo gol stagionale per l’ex perugino, ancora sugli sviluppi di calcio da fermo. Il Cosenza si alza, Anderson, se sgravato da oneri di copertura che non gli competono, non dispiace sulla destra. Stroppa non gradisce l’arretramento dei suoi e sbraita in panchina. E i suoi non lo tradiscono, e dopo un paio di brividi in area procurati dai rossoblù, fanno poker con Gytkjaer; 4-1 e tutti a casa.
Finisce con le note di “La vita l’è bela di Cochi e Renato” che stonano con il rammarico del tifo rossoblù che sfolla. La settimana “corta” di Zaffaroni e del suo Cosenza si annuncia a dir poco turbolenta.
MONZA (3-5-2): Di Gregorio; Marrone, Caldirola, Donati; Pereira, D’Alessandro (Bettella), Barberis, Machin, Colpani (Valoti), Dany Mota (Gytkjaer), Vignato (Ciurria). All: Stroppa
COSENZA (3-5-2): Vigorito; Tirigiello, Rigione, Venturi; Florenzi (Anderson), Carraro (Boultam), Palmiero (Gerbo), Vallocchia, Situm (Corsi); Gori, Millico (Caso). All: Zaffaroni
ARBITRO: Minelli di Varese
ASSISTENTI: Fontemurato e Garzelli
IV UOMO: Cherchi
NOTE: Serata stellata ma fredda (4°gradi), terreno in ottime condizioni, presenti più di 500 ultras rossoblù.
AMMONITI: Venturi
MARCATORI: 11′ Donati, 13′ e 21′ Dani Mota, 68′ Carraro, 93′ Gytkjaer
RECUPERO: 1′ e 3′
MONZA – Il Monza di Berlusconi “non consente” ai rossoblù di portare a casa almeno il punto e castiga 4-1 gli uomini di Zaffaroni alla quinta sconfitta in sette gare. Poco da dire sullo sviluppo di una partita condizionata dalle tre marcature locali in poco più di 20 minuti. Qualcosa in più da dire su un paio di episodi (presunto tocco di mano in area monzese sullo 0-0 e fallo su Millico in occasione del secondo gol) che inevitabilmente hanno condizionato la contesa contro un Monza imbattuto in casa e di altra caratura. Il gol di Cararrao al 68′ un brodino caldo.Cercare attenuanti al brutto risultato sarebbe esercizio oltremodo inutile.