Sono passati sei anni dal giorno più buio della storia calcistica cosentina. Gigi Marulla ancora vive nel cuore dei suoi tifosi.
Nell’estate forse più calda che Cosenza si accingeva a vivere, la notizia che gelò il cuore di tutti i cosentini. «Gigi Marulla è morto!» ancora risuona nella memoria. Qualsiasi attività del momento tacque per realizzare. Gigi Marulla, bomber e record man della storia del Cosenza Calcio, si spense il 19 luglio del 2015 a Cetraro.
Marulla, nato a Stilo, può essere considerato a tutti gli effetti un cosentino adottato. Oggi lo stadio dei Lupi è intitolato a lui e la maglia numero 9, la sua, è stata ufficialmente ritirata. Sì, perché uomini e campioni come Gigi Marulla, simbolo e bandiera di una città e di una squadra, difficilmente riusciremo a riconoscerli calcare quel prato verde. Gigi Marulla è stato da sempre l’idolo assoluto della tifoseria rossoblù e quest’anno, poi, è anche diventato cittadino onorario della città dei bruzi.
Il suo essere riservato, la sua costanza e il suo impegno, la sua semplicità e il suo amore per Cosenza, lo hanno reso speciale.
Sono forse queste le caratteristiche che lo hanno reso “immortale“. I cosentini, così devoti e innamorati per la propria città e per i colori rosso e blu, hanno sempre ringraziato colui che ha portato continuamente rispetto e ha amato una squadra così come fece Gigi Marulla. Ancora oggi è il calciatore che ha segnato più gol con la maglia rossoblu’: 91. Un record che difficilmente qualcuno riuscirà a strappargli.
Lui considerava il suo gol più bello quello segnato contro il Pescara quando sotto di 1-2 prese palla, scartò tre difensori e andò dritto in porta con una magia.
I tifosi del Cosenza, invece, considerano la sua rete più bella, e più significativa, quella realizzata contro la Salernitana ai supplementari di uno spareggio salvezza. Un’altra magia “alla Marulla”.
Giocatore d’altri tempi e di un calcio ormai lontano dai principi di cui ci siamo innamorati. Rappresentanza effettiva che con la passione e l’impegno, anche le cose più belle possono arrivare.
In una calda giornata di luglio di sei anni fa, il capitano del Cosenza se ne andò nel silenzio più assoluto compiendo la sua “ultima magia”. Perché il suo esserci continuamente si fa sentire, come si fece sentire nell’urlo dei 20.000 allo stadio nella semifinale playoff contro il Sud-Tirol. La leggenda narra che qualcuno “da lassù” spinse in rete quella palla.
Gigi Marulla vive in ogni bambino che si innamora di questi colori, del calcio, del tifo e della magia.
“Piangono i lupi sul Busento per chi fu Re di Cosenza più di Alarico”.