Puntuale come un orologio svizzero, arriva per il Cosenza, il gol nei primi 45 minuti. E con esso la costante rincorsa al risultato. Giunti quasi al giro di boa, infatti, tra i dati meno positivi dei rossoblù, e il discorso pare non essere cambiato con l’avvento di Viali in panchina, spicca la tendenza ormai consolidata a giocare le gare partendo dall’1-0 contro.
Rigione e compagni, infatti, hanno incassato 16 dei 24 gol al passivo nei primi 45 minuti. Dunque, più del dato di peggior pacchetto arretrato difensivo, spicca la tempistica con cui si subisce gol. Se infatti escludiamo la gara inaugurale di Benevento, i lupi non hanno mai terminato una primo tempo con la porta immacolata. Non parliamo di imbarcate, sia chiaro (solo Genoa, Spal e Pisa sono risucite a segnare 2 gol ai rossoblù prima dell’intervallo), ma di una costante che inizia a preoccupare, tanto più perchè frutto spesso di errori individuali. Una costante che vanifica (e amplifica) gli sforzi di una squadra sempre protesa al pareggio e a cui poi resta in canna il colpo finale, quello da 3 punti. Se il primo passo verso gli agognati 3 punti è il non subire gol, allora questo passo il Cosenza dovrà compierlo, e in fretta, apportando maggiore attenzione e propositività ai suoi primi tempi.
Viali avrà ancora molto lavoro da fare sulla strada che porta al clean sheet (che manca da 13 giornate). Ma domenica al Marulla arriva il Perugia, ultimo attacco della serie B, con soli 10 gol fatti e 20 subiti (di cui “solo”, si fa per dire, la metà incassati nei primi tempi). L’occasione è di quelle propizie per mantenere la porta inviolata e restituire fiato e fiducia a un reparto difensivo costretto a capitolare con precisione svizzera nei primi 45′ .